Le cascine di Valbisera (nome antico di Galbusera) sono note dal 1348 e stavano sopra un percorso a mezza costa sul versante della val Curone verso Cereda, che in seguito fu il comune capoluogo fino al 1928. E' un nucleo piuttosto esteso, articolato in tre complessi modesti ma di notevole effetto. Giungendo al nucleo si trova il primo conformato ad U con corte che guarda alla opposta chiesetta di San Francesco; un corpetto a ridosso porta un campaniletto a vela; retrostante, sulla spianata che anticipa i ronchi si trova un caseggiato più regolare rimaneggiato nel secondo Ottocento e dal 1831 casa di villeggiatura della marchesa Luigia Serbelloni Busca; al di là della via del Fontanile sorge la terza casa con grande fienile. L'abitato aveva un tempo prestino e torchio da vino. Sul rialzo a monte, fra cipressi, sorge la chiesetta, che, probabilmente inaugurata nel 1841, sostituisce il vecchio oratorio che esisteva nel Cinquecento: la piccola navata è ingentilita da una fronte neoclassica a timpano e mezzaluna e un protiro ben delineato retto da due colonne ioniche. In parte abitato, il nucleo mostra ampio degrado. Il distintivo si attribuisce all'uso della coltivazione dell'uva bianca.
Montevecchia e il suo circondario, Milano 1983; Amedeo Cedro, Mariola Viganò, Brianza e Lecchese. Dimore rurali, Milano 1985; Parco naturale di Montevecchia e della Valle del Curone, Missaglia 1990; I luoghi della memoria, Barzanò 1994; Virginio Longoni, I castelli medievali della Bevera, Oggiono 1995; Arte e archeologia del cemento nella natura, in "I Quaderni della Brianza", III, 1997.